Durante il terzo modulo del Programma per Senior Practitioner in Business Coaching , i partecipanti affrontano il tema della finalizzazione del Coaching al contesto organizzativo e di Business.
Sostenere il Coachee nell’effettuare un’attenta analisi del contesto – in cui il suo ruolo è inserito – è un passaggio fondamentale di un ”vero” percorso di Business Coaching.
Lo è sia da un punto di vista metodologico, perché senza questo passaggio di ancoraggio è difficile vedere un percorso di Coaching quale “Business Coaching”, sia in termini di ricadute di valore che vengono offerte al Coachee quali consapevolezza e apprendimento esperienziale. Per un percorso di miglioramento continuo e consapevole, anche successivamente all’esperienza di Business Coaching.
In cosa consiste l’analisi del contesto organizzativo e di Business?
Possiamo affermare che l’analisi del contesto è il passaggio che permette:
- di ancorare l’intervento del Coaching al contesto di “Business”, al contesto “organizzativo”, al “ruolo”, alle “competenze comportamentali richieste” e alle interconnessioni tra tutti questi elementi
- di comprendere e focalizzare le sfide, le opportunità e le richieste del contesto di lavoro, grazie alla comprensione dello scenario strategico
- al Coachee di comprendere il suo ruolo contestualizzato e di conseguenza mettere a fuoco le aree di responsabilità e le competenze comportamentali strategiche che quel contesto gli richiede, in quel preciso momento storico.
È un passaggio di grande valore soprattutto nel mondo attuale caratterizzato da dinamicità, cambiamenti continui e repentini. Invita il Coachee a fermarsi, a prendere del tempo ed analizzare quello che normalmente, presi dal gorgo del fare, non si analizza, non si osserva. È un passaggio che attiva curiosità ed attenzione.
Come abbiamo evidenziato, la consapevolezza del contesto aiuta a comprendere e dare senso alle aree di responsabilità e alle competenze comportamentali strategiche che sono richieste al ruolo del Coachee e poter poi far sì che si confronti con la sua capacità di governo – o meno – di quelle specifiche competenze agìte in quel contesto.
Essere C.F.O. in un’azienda appartenente a uno specifico segmento di mercato in uno specifico momento storico richiede specifiche competenze comportamentali, competenze che possono variare nel tempo in termini di intensità strategica richiesta come conseguenza dell’evoluzione del contesto, così come essere C.F.O. in un segmento di mercato o in un altro può richiedere competenze comportamentali diverse.
Analizzare il contesto permette di stare consapevolmente nel contesto stesso:
CON -TE- STO
Nel Business Coaching questo doveroso passaggio metodologico finalizza il percorso allo specifico contesto organizzativo e di Business in cui il Coachee è inserito ed in cui deve operare. Le competenze comportamentali richieste stimolano la riflessività sul come e quando il suo agire sia funzionale o meno a quel contesto.
Cosa richiede, cosa implica questa fase del processo di Business Coaching?
Richiede il facilitare e sostenere il Coachee a staccarsi da sé, dall’interpretazione del suo ruolo, da quello che fa, per salire su un elicottero e dall’alto osservare oggettivamente:
- in quale contesto di Business la sua organizzazione è inserita
- qual è il sistema organizzativo ed in particolare la cultura organizzativa dell’azienda
- di conseguenza quale è il ruolo atteso, le aree di responsabilità richieste da quel contesto
- e quindi quali sono le competenze di ruolo richieste in quel sistema organizzativo inserito in quel contesto di business
In poche parole dall’alto del nostro elicottero portare il cliente ad acquisire, grazie ad una fase di esplorazione ed analisi, quella necessaria, oggettiva e contestualizzata consapevolezza di ruolo e delle competenze chiave richieste, che rimanendo nel quotidiano vivere non si ha. Un’altra immagine ci può aiutare a comprendere il flusso di questa fase di ancoraggio al contesto: è l’immagine dell’imbuto, un imbuto in cui accompagnare e sostenere il Coachee nella riflessione di livelli diversi, partendo:
- dal contesto di Business
- passando al sistema organizzativo ed alla conseguente cultura organizzativa
- quindi riflettendo sul ruolo
- arrivando all’identificazione delle competenze chiave richieste al ruolo
Per arrivare poi a sé, confrontandosi con quanto sopra.
Per fare questo ci sono strumenti vari da utilizzare a secondo del ruolo, della complessità…
L’aspetto importante è comprendere che non stiamo facendo un’analisi organizzativa da consulenti ma noi Coach stiamo e dobbiamo aiutare il Coachee a rendere questa fase di riflessione un momento di apprendimento, di acquisizione di consapevolezza e di scoperta anche di cose che non sa e che sarebbe utile sapere.
A volte questa nuova consapevolezza stimola momenti di successivo confronto e chiarimento tra i vari stakeholder coinvolti nel percorso (Coachee, committente, capo etc). Quanto emerge da questa fase, oltre alla necessaria identificazione delle competenze chiave di ruolo, è un insieme di stimoli, riflessioni, riferimenti utili cui riagganciarsi durante tutto il percorso di Business Coaching, affinché il percorso stesso aiuti il Coachee a conseguire i suoi obiettivi di evoluzione in modo contestualizzato.
La cassetta degli attrezzi a cui il Business Coach può accedere nel sostenere il Coachee può includere strumenti di stimolo vari:
- SWOT Analysis
- l’analisi dell’intreccio culturale
- PESTEL
- il Business Model Canvas
- e molti altri
Rimanere in contatto con il contesto sta diventando sempre più complicato
Consentitemi ora di condividere con voi una riflessione più ampia a sostegno dell’importanza e del valore dell’analisi del contesto di business ed organizzativo.
La Disattenzione definisce la nostra società, le nostre organizzazioni: una società sempre più improntata alla velocità, orientata in modo esasperato al “fare”. Nell’attuale mondo del lavoro siamo talmente inseriti e partecipi del quotidiano che spesso ci dimentichiamo di osservare, di pensare e di renderci conto di quanto sta accadendo a noi stessi e intorno a noi.
Sempre di più osserviamo persone che corrono, fanno tutto urgentemente e subito, presi dalla fretta senza sapere – e a volte senza domandarsi – il perché, persone che agiscono spesso per abitudine ma senza la necessaria consapevolezza. Vi è un grande rischio di perdita di senso, di stare in un “gorgo del fare” dove con questo termine definiamo ciò che ci fa andare avanti a testa bassa e ci impedisce di riflettere, di essere consapevoli di noi, di ciò che ci circonda e di quanto stiamo, o non stiamo, facendo. Il tasso di evoluzione tecnologica, il livello di incertezza, la difficoltà previsionale, tutto quello che porta il grande sociologo e filosofo polacco Z. Bauman ad asserire che viviamo una “Vita liquida”, fa’ sì che sia sempre più difficile rimanere consci del contesto e di noi stessi. Diventa quindi sempre più importante rimanere in contatto con il contesto, con quello che ci succede attorno e con quello che facciamo.
Dobbiamo sempre più essere consapevoli di quanto importante sia stimolare la capacità di osservazione, di attenzione, di curiosità per saper dove si è e comprendere dove si sta andando in un contesto estremamente dinamico e variabile. Lo scopo è mantenere questa capacità di osservazione dinamicamente attiva, fare in modo di alzare la testa e lo sguardo e lavorare su di sé e sulle proprie competenze comportamentali. Perciò bisogna essere attenti e proattivi nello stimolare l’attenzione e evitare quello che Wisława Szymborska, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1996, racconta in una sua poesia dal titolo “Disattenzione” contenuta nell’opera “Due punti”:
“Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande, senza stupirmi di niente.
Ho svolto attività quotidiane come se ciò fosse tutto il dovuto.
Inspirazione, espirazione, un passo dopo l’altro,
incombenze, ma senza un pensiero che andasse più in là dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.
Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle, e io l’ho preso solo per un uso ordinario. [….]
È durato 24 ore buone. 1440 minuti di occasioni. 86.400 secondi in visione”
Certamente combattere la Disattenzione è un’attività che costa fatica, costa tempo (o forse è un investimento?) ma premia a tutti i livelli e le ricadute positive sono evidenti: maggior coinvolgimento, maggior compresenza a quello che si fa ed a quello che succede, maggior capacità organizzativa di saper “danzare con il contesto” e maggior ben-essere: tutto questo contribuisce a migliorare la performance, l’innovazione e la proattività.
Lavorare sulla Disattenzione per lavorare sull’analisi del contesto organizzativo e di Business.
È per questo che il passaggio metodologico di ancoraggio al contesto oltre ad essere necessario, indispensabile per un “vero” percorso di Business Coaching, lascia al Coachee, anche dopo la conclusione del percorso fatto, una rinnovata sensibilità ed attenzione a periodicamente fermarsi, “prendere l’elicottero” o “entrare nell’imbuto” per interrogarsi e riflettere sul contesto!
Si è da poco concluso il terzo modulo della 36esima edizione del Programma per Senior Practitioner di SCOA – The School of Coaching. Il corso si compone di 9 moduli, tenuti dai nostri Docenti, tutti professionisti Business Coach. Il Programma per Senior Practitioner prepara Manager, HR, Consulenti, Liberi Professionisti ed Imprenditori a diventare Business Coach e approfondisce le chiavi necessarie per poter esercitare questa professione al meglio. Scopri il Programma per Senior Practitioner in Business Coaching di SCOA – The School of Coaching, unico percorso in Italia che consente di accedere al livello EQA Senior Practitioner di EMCC – European Mentoring & Coaching Council. Ti aspettiamo sul sito dove troverai tutti i nostri corsi e Master.