Il ruolo del Coach per la sostenibilità ambientale

AMBIENTE

Il problema della salvaguardia del nostro Pianeta sta diventando una questione cruciale non solo all’interno del dibattito socio – politico e culturale, ma anche all’interno di aziende ed imprese.

Sempre più spesso si sente, nelle alte sfere del management aziendale di oggi, un misto di ansia ed entusiasmo per le questioni ambientali, sociali e di governance. I leader si interrogano sui rischi e le opportunità legati al cambiamento climatico, i consigli di amministrazione riflettono sulle strategie da adottare e gli stakeholder fanno sempre maggiori pressioni per la promozione di politiche ESG – Environmental, Social and Governance.

Nel celebrare il ventennale della Scuola, non possiamo non riflettere sul ruolo del Coaching oggi, della sua importanza, del perimetro delle proprie responsabilità e dell’impatto che avrà per il nostro futuro.

La tutela del nostro Pianeta è una tematica che ci sta molto a cuore e negli ultimi mesi, negli uffici di SCOA – The School of Coaching, si discute del ruolo che il coaching ha, potrebbe e dovrebbe avere per la sostenibilità ambientale.

Se da una parte si avverte l’esigenza di fare qualche cosa nel nostro piccolo per partecipare alla corsa alla sostenibilità, dall’altra ci si interroga se il Coach sia o possa diventare la figura giusta nel farsi carico di questa responsabilità.

In questa nuova dinamicità, vale la pena chiedersi che ruolo ha il coaching?

Difficilmente troveremo qualcuno pronto ad affermare che non sia necessaria alcuna svolta verso uno stile di vita sostenibile. Oggi, i risultati di report e indagini mostrano numeri preoccupanti che rilevano un Pianeta sofferente, che deve essere salvaguardato e preservato.

Ognuno di noi è consapevole dello sforzo che è chiamato a fare in prima persona ed è pronto ad affermare di essere disposto a farsene carico… ma, chissà come mai, quando ci vengono fatti notare dei difetti nella nostra relazione con l’ambiente e la Natura, in ciascuno nasce un sentimento di nervosismo, accompagnato da un pensiero scortese  “pensa al tuo e non preoccuparti di quello che faccio io!”.

L’essere ripresi sui comportamenti di tutti giorni indispettisce, facendoci sentire giudicati per i propri valori e per le proprie priorità.

In particolare, la questione della sostenibilità ambientale è qualcosa che permea la nostra quotidianità, essendo quasi uno stile di vita. Infatti, l’attenzione al Pianeta, affinché possa essere presente nelle strategie aziendali, deve essere per prima cosa assunta a livello personale. Difficilmente il Coachee sarà sensibile alle strategie ESG se non ne condivide lo scopo e l’importanza.

Fatte queste considerazioni e sapendo che oggi la sostenibilità ambientale è una delle tematiche più urgenti nel mondo del lavoro, è corretto che il Business Coach diventi una figura volta a promuovere il cambiamento verso la sostenibilità ambientale?

Questo tema è quanto mai delicato e, ancora una volta, emerge il grande conflitto tra vita personale e professionale a cui il Business Coach deve far fronte.

 

Leggi anche: COSA FARE SE IL COACHEE PORTA IN SESSIONE LA VITA PERSONALE

La responsabilità del Coach

Quindi, in che modo il Coach può accompagnare il Coachee in questa nuova dinamica in cui il confine tra personale e professionale è sempre più labile?

Uno dei rischi principali è dato dalla possibilità che il Coach possa formulare dei giudizi di valore sui comportamenti del Coachee, piuttosto che guidarlo nel suo percorso, anche a scapito di una relazione basata sull’apertura e la fiducia. Infatti, se il Coachee si sentirà attaccato, difficilmente riuscirà ad aprirsi per continuare le sessioni in modo produttivo.

Tuttavia, una delle responsabilità del Coaching è anche quella di aiutare il proprio Coachee ad districarsi tra varie relazioni professionali, che siano con i membri del proprio team, con i colleghi o con i propri superiori… e se si provasse a vedere la nostra relazione con il Pianeta simile a una qualsiasi altra relazione? D’altronde esseri umani e Terra sono fortemente interconnessi.

Non è forse responsabilità del Coach sensibilizzare le aziende su tematiche quali inclusione ed equità? Anche in questo caso si parla di sguardi sul mondo che vanno ben oltre le mura dell’ufficio e che influiscono sullo stile di vita di ciascuno. Eppure, in questo caso, i confini del ruolo del Coach appaiono come qualcosa di inequivocabilmente chiaro.

Una possibile risposta potrebbe essere data dalla visione comune che si ha delle tematiche ecosostenibili. Sembra, infatti, che se da una parte preservare relazioni di inclusione e uguaglianza sia un obbligo morale, dall’altra, quando si parla di relazione con la Terra, non traspare minimamente alcuna componente etica.

L’attenzione alla sostenibilità è, nella visione comune, qualche cosa di discrezionale che varia da persona a persona: una sorta di rapporto intimo con la Natura e che, in quanto tale, non debba essere giudicato.

Ma se il ruolo del Business Coach è quello di affiancare figure professionali nel raggiungimento dei loro obiettivi, allora non si potrebbe considerare la sostenibilità ambientale un obiettivo sfidante da raggiungere anche nelle sessioni di Coaching?

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