LA CREATIVITÀ AL SERVIZIO DEL COACHING: I SEGRETI DEL MODULO 7
L’Approccio Coaching può rappresentare una preziosa risorsa per ogni professionista, dentro e fuori dall’ambito lavorativo. La Coaching Conversation è un perfetto esempio di come il Coaching possa impattare positivamente sulle relazioni all’interno dell’organizzazione e, di conseguenza, sul business.
Il corso di Coaching Conversation, condotto da Carmen Serlenga e Monica Bellucca, è destinato a chiunque voglia migliorare nella comunicazione e nella gestione delle relazioni all’interno del contesto organizzativo, che si tratti di far crescere collaboratori o migliorare l’efficacia delle interazioni con i colleghi.
Quando mi è stata affidata la Coaching Conversation, un corso che considero di straordinaria importanza, la sfida che ho affrontato insieme a Monica, è stata quella di trattare un argomento così inflazionato, partendo proprio dai fondamentali della comunicazione. Saper comunicare e ascoltare vengono spesso percepiti come temi già sentiti, per molti persino banali. Per coloro che hanno esperienza nel mondo del lavoro, è chiaro quanto siano importanti l’ascolto e la comunicazione, perlomeno a livello cognitivo. Nelle organizzazioni viene fatta molta formazione teorica su questo argomento.
Eppure, migliorare il modo in cui si comunica rimane un’esigenza sentita e in parte non soddisfatta. Il tema emerge anche nei percorsi di coaching individuali e con manager di livello molto alto. Questo accade perché, per quanto possiamo conoscere la teoria, quando interagiamo con l’altro entrano in gioco emozioni, desideri, bisogni, preconcetti e pensieri, di cui molto spesso non siamo consapevoli.
Comunicare bene è una sfida con noi stessi
Di frequente, il motivo della difficoltà nella gestione delle relazioni è da ricercare nello scarso esercizio o nella disabitudine ad ascoltare se stessi e, di conseguenza, le persone con cui ci relazioniamo. Il corso di Coaching Conversation aiuta innanzitutto ad imparare a conoscersi meglio, e a conoscere meglio gli altri.
Ripensando a quella che considero la mia precedente vita lavorativa ricordo che, quando alcuni miei collaboratori, nell’illustrare un lavoro che avevano fatto, si dilungavano focalizzandosi su dettagli che io non consideravo rilevanti, smettevo di ascoltarli. L’ho realizzato solo molto dopo, approfondendo questi temi nel Counseling e nel Coaching. Ho capito che il problema non stava in loro: si trattava di un modo diverso di approcciare i problemi e di comunicare. Questo genere di dinamica esiste in qualsiasi contesto lavorativo, ma nessuno ci spiega che è perfettamente normale avere approcci cognitivi e, di conseguenza, stili comunicativi differenti. Quindi, il primo passo è proprio imparare a conoscere meglio come funzioniamo e cosa ci impedisce di far arrivare all’altro il messaggio che vogliamo trasmettere.
Timothy Gallwey, nel suo celebre The Inner Game (Il gioco interiore nel tennis) ha sviluppato l’equazione: PERFORMANCE = POTENZIALE – INTERFERENZE, dove per interferenze possiamo considerare gli ostacoli interni, che molto spesso ci condizionano più di quelli esterni.
Le modalità della Coaching Conversation
Attraverso l’alternanza di esperienze che coinvolgono attivamente chi partecipa al corso, spiegazioni teoriche ed esercizi pratici, lavoriamo sullo sviluppo della consapevolezza delle proprie modalità di comunicazione e di relazione, alleniamo la lettura delle dinamiche relazionali, sperimentando modalità di approccio più funzionali al raggiungimento degli obiettivi.
Il percorso di Coaching Conversation indaga temi profondi e aiuta a porsi domande su se stessi e gli altri, e può portare a insights importanti sui nostri meccanismi di funzionamento, pur restando fuori dal terreno della psicoterapia.
Ma come si genera questo risultato? Gli strumenti che utilizziamo sono domande-stimolo, esempi pratici e strumenti creativi, che facilitano la riflessione. Attraverso la riproduzione delle dinamiche e delle relazioni lavorative su un foglio di carta e con l’aiuto di oggetti, che diventano una metafora per raccontare, i partecipanti possono avere una visione d’insieme del contesto in cui operano. Possono riflettere sul modo in cui comunicano con responsabili, colleghi o collaboratori, e in quale modo i loro stili comunicativi si mettono in relazione.
L’approdo di questo processo è riuscire a rivolgere lo sguardo su di sé, guardarsi dentro, anche rispondendo a semplici domande, che sono tipiche del coaching. “Come ti sei sentito/a in quel preciso momento? Che significato ha per te? Che pensieri ha generato?”: sono quesiti al contempo facili e profondi, ma che ci poniamo o ci vengono posti molto raramente. Aiutano ad acquisire consapevolezza su quello che ci muove nei nostri comportamenti.
Un valore aggiunto per i partecipanti è la condivisione. La presenza al corso di persone provenienti da realtà diverse favorisce nell’esercizio di mettere da parte i preconcetti, guardando all’altro con curiosità, e facendo esperienza di diversi modi di approcciarsi. Il confronto con gli altri viene infatti svincolato da molti condizionamenti che normalmente esistono nella nostra quotidianità lavorativa.
La vera svolta: influenzare chi ci sta vicino
L’obiettivo che ricerchiamo nella Coaching Conversation è quello di avere un impatto sulle organizzazioni facendo la differenza nel modo in cui si gestiscono le relazioni. Si tratta di un percorso che aiuta la persona a lavorare su se stessa e a generare nuove consapevolezze, anche in coloro con cui si relaziona.
Avere un impatto significa anche saper portare due punti di vista diversi per generare un confronto costruttivo. Per esempio, il Coaching ci insegna che funzioni importanti come Finance e Marketing/Commerciale, che quotidianamente si trovano a negoziare su temi di natura economica, possono dialogare in maniera molto più produttiva, rendendo il confronto un modo per generare il massimo valore per l’organizzazione.
Il confronto tra diversi dipartimenti spesso si limita a portare al tavolo le istanze e gli obiettivi delle due parti, con il solo intento di convincere gli altri della propria posizione. Si generano conflitti che, in tanti casi, vengono risolti solo da chi ha un maggiore potere decisionale.
Portare la modalità coaching nelle dinamiche organizzative significa lavorare sulla forma mentis e sull’approccio al confronto.
Il senso per me di questo percorso è quello di contribuire ad aumentare la qualità delle interazioni all’interno dell’ambiente lavorativo, e di conseguenza a migliorare il benessere delle persone, dentro e fuori dal lavoro.