Coaching: tutto quello che c’è da sapere e a cosa serve

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Nel corso degli ultimi vent’anni, il Coaching ha rafforzato sempre di più la sua presenza in Italia, estendendosi in diverse discipline e diventando una pratica diffusa in molte aziende.

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    Cos’è il Coaching?

    Per capire cosa è il Coaching dobbiamo prima capire chi è il Coach. Il Coach è come un allenatore: come in ambito sportivo l’allenatore supporta l’atleta nel diventare un campione e vincere le gare, così in ambito professionale e personale il Coach ti supporta nel tagliare il tuo traguardo.

    Una volta individuato l’obiettivo da raggiungere, con la pratica di Coaching singole persone o gruppi possono trovare supporto nella presa di maggiore consapevolezza su loro stessi, su ‘come funzionano’ i propri comportamenti, su quali sono le proprie leve e i propri ostacoli, su come possono affrontare le sfide e apportare un cambiamento nella propria performance lavorativa o nella propria vita privata.

    A differenza dell’ambito della formazione e dell’istruzione, in cui il focus è posto sul ruolo del formatore che impartisce le proprie conoscenze al discente, il Coaching si concentra sulla responsabilizzazione del Coachee nell’identificare i propri obiettivi, valutare i propri punti di forza, le proprie aree di sviluppo e nell’individuare soluzioni alternative per raggiungere i risultati prefissati. 

    Ciò è possibile grazie al Coach che, nell’ambito di una relazione di fiducia e autenticità, crea uno spazio sicuro, creativo e non giudicante dove intrattenere un dialogo maieutico con il proprio cliente. Solo sulla base di tali presupposti il Coach potrà garantire l’ascolto attivo e sostenere il proprio Coachee nell’esplorare il suo potenziale intrinseco, nel riflettere sui propri comportamenti e quindi nell’attuare un cambiamento.

    LEGGI ANCHE: Breve Storia del Coaching e del Mentoring: Dal Conflitto all’unione – Da professione a cultura

    Definizione di Coaching

    Di seguito proponiamo le definizioni di Coaching dei due principali enti qualificatori internazionali:

    ICF, International Coaching Federation definisce il Coaching come una partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione e ispira a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale.

    EMCC invece descrive il Coaching come un percorso guidato da un professionista che ispira i clienti a massimizzare il loro potenziale personale e professionale. È un processo strutturato, mirato e di trasformazione, che aiuta i clienti a vedere e testare modi alternativi per il miglioramento delle competenze, il processo decisionale e il miglioramento della qualità della vita. Il Coach e il cliente lavorano insieme in un rapporto di partnership a condizioni strettamente riservate. In questa relazione, i clienti sono esperti a livello di contenuto, ruolo ricoperto e processo decisionale, mentre il Coach è un esperto che guida professionalmente il cambiamento del suo cliente.

    Quali sono i campi di applicazione del Coaching?

    Il Coaching è applicabile in ogni contesto proprio perché pone il suo focus sulle dinamiche relazionali che caratterizzano ogni ambito della nostra vita. Per questo motivo esistono diverse tipologie di Coaching di cui le più diffuse sono: il Life Coaching e il Business Coaching. 

    Il Life Coaching facilita le persone nell’identificare programmi di auto-sviluppo e auto-efficacia nella propria sfera privata, verificabili attraverso obiettivi concreti. Fornisce supporto in particolare in momenti di cambiamento o di passaggio in diverse fasi della vita, non attinenti nello specifico al business.   

    Il Business Coaching, invece, interviene con una lettura del contesto più sistemica, valorizza e potenzia le competenze di persone direttamente coinvolte nel raggiungimento di risultati di business. A seconda del livello di responsabilità ricoperto dal coachee potremo parlare di Executive Coaching per figure apicali e dirigenziali e Corporate Coaching per middle manager o talenti.

    In particolare nel Business Coaching è importante che il Coach – per esperienze pregresse, background o formazione – abbia una conoscenza delle dinamiche aziendali e degli strumenti che facilitano la lettura del contesto in cui il Coachee opera.

    Oltre alle tipologie di Coaching più diffuse, l’applicazione del metodo in continua espansione genera continuamente nuovi ambiti e modalità di utilizzo:

    • Career Coaching
    • Sales Coaching
    • Team Coaching
    • Shadow Coaching
    • Parent Coaching
    • Health Coaching
    • Sport Coaching
    • ecc..

    Che modelli praticabili di Coaching esistono?

    Il modello G.R.O.W. ideato John Whitmore – uno dei padri fondatori del Coaching – è sicuramente tra quelli più usati dai Coach professionisti. 

    G.R.O.W., che in inglese significa crescere, è l’acronimo delle 4 fasi del processo di settaggio degli obiettivi, che sono rispettivamente Goals, Reality, Options, Will.

    Si parte dal risultato (Goal) che si vuole ottenere, assicurandosi che sia ben definito, misurabile, ambizioso o motivante, realistico e temporizzato. Dopo aver delineato l’obiettivo è necessario raccogliere informazioni sulla realtà (Reality), ovvero sulla condizione presente del Coachee rispetto a quella ideale. Occorre poi valutare le Opzioni (Options) possibili, le varie scelte a disposizione per raggiungere il proprio risultato. Nell’ultima fase del modello GROW (Will), si passa ad un preciso piano d’azione con le informazioni raccolte nelle fasi precedenti. Tutto ciò avviene con il supporto di un Coach che grazie a stimoli e all’utilizzo di strumenti tipici del Coaching riesce a supportare il Coachee in questo processo. 

    Esistono molti altri modelli che possono risultare più efficaci perché si integrano con altre discipline, ad esempio con la Programmazione Neuro-Linguistica.

    Il modello sviluppato e proposto da SCOA – The School of Coaching è il modello PR.O.V.A.

    Tale modello è pensato come una bussola per il Coach nel gestire la fase di sostegno al processo di sviluppo e di cambiamento del Coachee. Si parte dal “momento presente”, dal vissuto qui e ora del Coachee per arrivare a conclusione del percorso o della sessione ad una decisione chiave presa dal Coachee: “che cosa farò sul campo da qui alla prossima sessione per migliorare la mia competenza, la mia performance o la mia situazione e risolvere il problema che incontro nel mio contesto operativo”. 

    Il Coaching infatti si distingue da tutti gli altri metodi di sostegno allo sviluppo in quanto è orientato all’azione. L’analisi e la consapevolezza sono importanti ma dispiegano il loro pieno valore solo se messi in pratica in una azione più efficace rispetto a quella di partenza.

    Per arrivare a questa decisione conclusiva il modello PR.O.V.A identifica 4 fasi fondamentali:

    • 1° Fase: Dal Presente al Problema, in cui nel magma del vissuto attuale il Coach accompagna il Coachee a scegliere un’area problematica o di miglioramento in cui impegnarsi. A differenza di altri modelli, infatti, viene dato rilievo anche al Problema inteso come la distanza tra i bisogni soddisfatti e i bisogni insoddisfatti.
    • 2° Fase: Dall’orizzonte all’Obiettivo, in cui il coach accompagna il Coachee a proiettarsi in un momento futuro ideale in cui il problema è risolto e la situazione soddisfa le attese del Coachee, a verificare che esista un percorso possibile per raggiungere questo traguardo, declinandolo in un obiettivo ben definito
    • 3° Fase: Dalla Via al Viaggio, in cui il coach accompagna il Coachee a focalizzare risorse e comportamenti efficaci agiti in precedenza, da applicare in questa situazione, declinandoli in una specifica strategia comportamentale (il “VIAGGIO” da compiere)
    • 4° Fase: Dall’Azione all’Attuazione, in cui il coach accompagna il Coachee a sperimentare nel laboratorio della sessione la nuova strategia comportamentale, metterla a punto e declinarla in un Piano d’azione conclusivo che il Coachee si impegna ad applicare nel suo contesto operativo.
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    Qual è il valore aggiunto del Coaching in azienda

    Ogni organizzazione è composta in primis da persone e, in quanto tale, trae beneficio dallo sviluppo e dal benessere dell’individuo che ne fa parte. Quando le persone hanno la possibilità di perseguire obiettivi significativi utilizzando le proprie risorse migliori, i propri talenti, il proprio ingegno e la propria iniziativa, tutto questo per l’azienda si traduce in alti livelli di responsabilità e di performance.

    Sono evidenti i vantaggi per le persone stesse, in termini di soddisfazione e di riconoscimento ma anche per l’azienda che potrà raggiungere i propri obiettivi di business.

    Proprio per merito di risultati osservabili, il mercato del Coaching è in forte crescita: sempre più aziende stanno abbandonando i tradizionali sistemi di performance management e si stanno orientando verso una concezione di ‘performance achievement’ basato sul Coaching e focalizzato sullo sviluppo del talento individuale e di team. Ne è un indicatore la sempre più crescente domanda di percorsi in house dedicati al rafforzamento della cultura del Coaching e la tendenza sempre più diffusa ad investire in Coaching Academy dedicate.  


    Conclusione

    Il Business Coaching esprime un nuovo modo di pensare, relazionarsi ed entrare in contatto con le persone per aiutarle ad esprimere il proprio potenziale e migliorare la propria performance.

    SCOA – The School of Coaching crede profondamente che i comportamenti generino valore e per questo da vent’anni allena i futuri Business Coach attraverso percorsi qualificati EMCC. 

    Per diventare Business Coach è necessario essere disposti a mettersi in gioco, a lavorare su se stessi spesso abbandonando prospettive consolidate.

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