Competency Based Recruitment: uno strumento per trovare il fit migliore tra azienda e candidati

Competency Based Recruitment: uno strumento per trovare il fit migliore tra azienda e candidati
Nel mese di aprile si è svolto il percorso di SCOA - The School of Coaching dedicato agli HR Manager sul Competency Based Recruitment.

Competency Based Recruitment: uno strumento per trovare il fit migliore tra azienda e candidati

Nel mese di aprile si è svolto il percorso di SCOA – The School of Coaching dedicato agli HR Manager sul Competency Based Recruitment. Ma in cosa consiste questa metodologia? Quali sono i vantaggi che offre in termini di efficientamento del tempo e dei processi per chi si occupa di selezione dei talenti? Ne abbiamo parlato con Angela Bassi, Coordinatrice di SCOA e docente del percorso.

  • Cos’è il Competency Based Recruitment e perché le aziende ne hanno bisogno?

    Il Competency Based Recruitment (CBR) rappresenta un pilastro fondamentale nell’evoluzione dei processi di selezione aziendale, combinando efficacemente la ricerca di talenti con una profonda comprensione delle esigenze organizzative e delle aspirazioni dei candidati. Questa metodologia non solo ottimizza il processo di selezione, ma si estende anche alla gestione del talento interno attraverso la mappatura delle competenze.

    In un mercato del lavoro in costante mutamento, dove il turnover può mettere a rischio gli investimenti aziendali, il CBR si rivela come una guida preziosa nelle decisioni di recruiting. Piuttosto che concentrarsi esclusivamente sulle competenze tecniche, il CBR si spinge oltre, esplorando i valori, gli obiettivi, le aspirazioni e le motivazioni al cambiamento dei candidati. Questo approccio consente alle aziende di costruire un team non solo competente, ma anche coeso e motivato. La responsabilizzazione e la consapevolezza del candidato sono i pilastri su cui si basa il CBR. Attraverso un processo trasparente e strutturato, i candidati sono incoraggiati a esplorare le proprie abilità e ambizioni, mentre le aziende possono identificare il perfetto allineamento tra le competenze richieste e quelle possedute.

    Ma il CBR offre una serie di vantaggi concreti per le aziende che vanno oltre la selezione del personale. Grazie alla mappatura delle competenze interne, le aziende possono pianificare strategie di sviluppo del personale mirate, garantendo che ogni individuo abbia l’opportunità di crescere e contribuire al successo aziendale. Inoltre, questa metodologia fornisce una guida preziosa durante periodi di riorganizzazione, consentendo una redistribuzione efficiente delle risorse umane.

    In conclusione, il Competency Based Recruitment non è semplicemente un processo di selezione avanzato, ma un catalizzatore di cambiamento e di crescita sia per le organizzazioni che per gli individui. La sua adozione rappresenta un impegno verso l’eccellenza e la sostenibilità nel panorama aziendale moderno.

  • Quali sono gli elementi del Coaching che si ritrovano in questa metodologia? In che modo il Coaching contribuisce a renderla efficace?

    Il Competency Based Recruitment (CBR) trae ispirazione dal mondo del coaching, soprattutto per il suo approccio maieutico. Questa metodologia si basa sull’arte di porre domande incisive che stimolano la riflessione e favoriscono l’autoconsapevolezza del candidato. Al centro di questo processo c’è la creazione di un ambiente di fiducia reciproca, dove il candidato si sente incoraggiato a esplorare le proprie competenze e aspirazioni.

    Ci sono una varietà di strumenti di assessment utilizzati nel Competency Based Recruitment (CBR), che vanno dalla Behavioral Event Interview (BEI) alla Matrice Comfort Zone e alle interviste con l’utilizzo dell’AI. Questa gamma diversificata di strumenti consente di esaminare le competenze comportamentali, le preferenze personali e le capacità cognitive dei candidati in modo accurato e completo.

    La BEI, ad esempio, consente di analizzare il comportamento passato del candidato per predire il suo futuro rendimento. La Matrice Comfort Zone, invece, valuta il grado di adattamento del candidato a varie situazioni e contesti, identificando le aree di forza e le potenziali aree di sviluppo. Le interviste con l’utilizzo dell’AI sfruttano l’intelligenza artificiale per analizzare le risposte dei candidati e identificare pattern comportamentali e abilità specifiche.

    Ciò che distingue il CBR è il suo focus sulla consapevolezza individuale e sull’autovalutazione. Le interviste vengono spesso registrate per consentire al candidato di riflettere sul proprio comportamento e sulle proprie competenze, promuovendo così una crescita personale e professionale.

    In sintesi, il CBR non solo identifica le competenze necessarie per il ruolo, ma offre anche un’opportunità per il candidato di esplorare se stesso e le proprie ambizioni professionali, creando un’esperienza di selezione altamente efficace e trasformativa.

  • Durante il percorso che si è concluso nel mese di aprile, avete visto la possibilità di utilizzare anche l’intelligenza artificiale per integrare questo processo. In che modo l’AI può facilitare i processi di recruitment?

    L’AI offre una vasta gamma di vantaggi, tra cui la capacità di adattarsi al linguaggio e di comprendere il contenuto delle risposte dei candidati.

    A partire dalla stesura delle job description, l’AI utilizza input precisi per redigere descrizioni dettagliate, semplificando il lavoro dell’azienda fin dall’inizio. Nel corso del nostro percorso sul Competency Based Recruitment (CBR), abbiamo collaborato con la startup Glaut, che ha reso possibile l’utilizzo dell’AI durante le interviste.

    Attraverso le Behavioral Event Interview, l’AI raccoglie dati specifici su episodi particolari, stimolando la riflessione sui comportamenti e la loro relazione con le competenze cruciali per l’organizzazione. Durante queste interviste guidate dall’AI, l’interazione con il computer è sorprendentemente naturale: le domande sono poste con precisione e cortesia, creando un ambiente confortevole e accogliente per i candidati.

    Al termine dell’intervista, viene fornito uno script dettagliato delle risposte all’intervistatore, offrendo una chiara testimonianza delle competenze e dei comportamenti dimostrati. Alcune delle persone coinvolte nell’esperimento hanno espresso sorpresa nel sentirsi così a loro agio nel rispondere alle domande, nonostante l’interlocutore fosse un computer.

    Questo dimostra il potenziale trasformativo dell’AI nel facilitare i processi di selezione, offrendo un’esperienza più efficiente ed efficace sia per l’azienda che per i candidati. La capacità dell’AI di cogliere le risposte nella lingua delle persone e di adattarsi al linguaggio dell’interlocutore rappresenta un ulteriore valore aggiunto, rendendo il processo di selezione ancora più inclusivo e personalizzato.

  • Tenendo in considerazione anche i commenti che sono arrivati dalle persone che hanno partecipato al percorso, perché un HR Director dovrebbe utilizzare la metodologia del CBR?

    Utilizzare la metodologia CBR offre diversi vantaggi significativi:

  1. Selezione più mirata: Il CBR consente di identificare e valutare in modo preciso le competenze comportamentali e le caratteristiche dei candidati, specialmente quando si tratta di ruoli manageriali o di responsabilità medio-alti. Questo approccio, basato sull’evidenza, è fondamentale per assicurare un match efficace tra le esigenze specifiche del ruolo e le capacità del candidato.

  2. Riduzione dei costi: Investire tempo e risorse in un processo di selezione accurato fin dall’inizio può ridurre i costi associati al turnover del personale e alle assunzioni errate. La selezione mirata tramite il CBR aiuta a individuare i candidati più adatti al ruolo e all’azienda, riducendo il rischio di investimenti sbagliati e aumentando la redditività a lungo termine.

  3. Sviluppo del personale: Il CBR non si limita alla fase di selezione, ma offre anche un quadro chiaro delle competenze interne e delle aree di sviluppo dei dipendenti attuali. Ciò consente agli HR di pianificare strategie di sviluppo del personale più mirate e di promuovere la crescita e il progresso all’interno dell’organizzazione, contribuendo così a mantenere e motivare i talenti chiave.

  4. Efficienza operativa potenziata dall’esperienza: Grazie alla pratica costante del CBR, gli HR e i responsabili delle assunzioni sviluppano una solida padronanza dell’approccio, diventando sempre più efficienti nel processo di selezione. L’accumulo di esperienza consente loro di gestire con maggiore agilità le diverse fasi del CBR, riducendo i tempi di esecuzione e ottimizzando la valutazione dei candidati. Questo si traduce in un recruiting, upskilling o reskilling di qualità superiore nel tempo, garantendo un processo sempre più accurato.

  5. Brand Employment: Un processo di selezione trasparente, strutturato e centrato sulle competenze può migliorare la reputazione dell’azienda come datore di lavoro desiderabile. Dimostrare un impegno verso l’eccellenza nel reclutamento può attrarre talenti di alta qualità, migliorando il brand employment dell’azienda e contribuendo alla creazione di una cultura aziendale positiva e inclusiva.
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