Evento Alumni 2021: Tra le righe – Leggere il cambiamento

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Mercoledì 24 novembre 2021 ha avuto luogo l’annuale appuntamento con i nostri Alumni, la quarta edizione di ENABLING THE COACHING CULTURE, di SCOA – The School of Coaching.

Dopo più di un anno e mezzo di videochiamate e meeting a distanza, quest’anno abbiamo potuto finalmente incontrarci di nuovo di persona. Difficile descrivere a parole l’emozione provata nel riscoprire il calore e l’energia che solo il tempo vissuto insieme in presenza riesce a generare!

Abbiamo così voluto cogliere questa occasione di incontro per instaurare un confronto sul tema della “lettura come metafora”. Italo Calvino scriveva «La lettura è un rapporto con noi stessi e non solo col libro, col nostro mondo interiore attraverso il mondo che il libro ci apre»: proprio partendo da queste parole, abbiamo voluto riflettere insieme sugli stimoli e sulle opportunità che nascono ogni qualvolta ci apprestiamo a leggere un testo, di qualunque genere.

Noi in particolare ci siamo concentrati su tre generi letterari – il saggio, la poesia e il romanzo – prendendo spunto proprio dalle recenti pubblicazioni di tre dei nostri Alumni, ospiti dell’evento: Anja Puntari, Rosy Bonfiglio e Christophe Palomar. Il dialogo con i tre autori ha così permesso di ampliare la riflessione approfondendo l’esperienza della lettura in relazione anche a quella della scrittura.

L’intreccio tra lettura, scrittura e metafora

Quella della lettura è un’attività che ci accompagna tutti i giorni in forme, modalità e momenti diversi. Siamo circondati da stimoli, immersi in un flusso continuo di nuove informazioni: e-mail, messaggi, notizie, chat, newsletter, tweet. Eppure, facciamo fatica a prestarvi attenzione, a soffermarci su ciò che passa davanti ai nostri occhi. Non perché non ne valga la pena, quanto piuttosto perché il tempo a disposizione è poco, le cose da leggere troppe.

Ma cosa significa davvero leggere? Letteralmente ha a che fare con l’interpretazione di un testo scritto, con il decifrare codici e simboli.

Leggere un testo, però, può rappresentare uno stimolo per una lettura più profonda di sé, delle proprie emozioni, dei propri comportamenti, del contesto che si abita e degli altri. Una lettura dunque che abilita ad una comprensione diversa, metaforica, capace di generare nuovi significati, nuove consapevolezze, nuovi spunti. Il tempo della lettura diventa uno spazio di apertura. Una lettura che richiede tempo, per far sedimentare, per rielaborare, per interiorizzare.

Durante l’evento abbiamo voluto portare la riflessione proprio sull’intreccio tra lettura vera e propria e lettura metaforica: partendo proprio dal significato letterale, abbiamo allestito gli spazi in modo da ricreare, in modi diversi, un ambiente che invogliasse la lettura. Una poltrona comoda, luci soffuse che permettessero una visione chiara senza disturbare la vista, occhiali, una tazza di thè caldo. Sul tavolo poi scrittura e lettura d’amore, metafora dei rapporti umani oggi e in passato: da un lato la chat tra due innamorati sullo schermo di un pc scorre inesorabile mostrando messaggi brevi, rapidi, inviati uno dopo l’altro senza sosta; dall’altro lato una macchina da scrivere, circondata da lettere d’amore scritte nelle varie epoche storiche da personaggi illustri: Beethoven, Buzzati, Frida Khalo, Pirandello ricordano l’importanza del tempo dell’attesa e di rallentare, per non essere travolti dalle notifiche che arrivano senza interruzione e dalla fretta di rispondere.

Il tempo, fondamentale per una lettura che non rimanga superficiale, distratta: serve per raccogliere i pensieri, per settarsi nel mindset giusto. La lettura richiede dunque concentrazione e per questo solitudine: è un rapporto intimo, in cui si dà voce al testo ma anche a se stessi, in cui si ascoltano i pensieri dell’autore ma anche i propri. Al contempo però la lettura stimola la condivisione e il confronto. Quante volte, spinti dal desiderio di rendere partecipi gli altri di ciò che abbiamo provato leggendo un libro, abbiamo detto ad un amico “Leggilo, te lo consiglio”?

Solitaria e insieme collettiva, ecco il bello della lettura! Per questo abbiamo chiesto ai partecipanti di condividere con gli altri le letture che più hanno lasciato un segno nella loro vita, sia in positivo che in negativo. Sono emersi libri che hanno suscitato odio e rabbia, libri che parlano d’amore o che l’amore lo trasmettono, libri letti più volte, libri lasciati a metà, libri consigliati semplicemente perché “ne vale la pena”.

Leggere un testo è leggere se stessi

Un aspetto interessante, emerso proprio durante l’evento, è stata poi la varietà di esperienze che possono nascere dalla lettura di un testo. In particolare, se è vero che qualsiasi lettura apre nuovi significati e nuovi mondi, tutto dipende poi da “che cosa” effettivamente si legge.

A questo proposito, i workshop organizzati da Rosy Bonfiglio, Christophe Palomar e Anja Puntari hanno gettato luce proprio sulle peculiarità dei tre generi letterari in questione.

Rosy, autrice di un libro di poesie dal titolo Nei giardini dell’Erebo, ha invitato ciascun partecipante a lasciarsi trasportare dalle strofe estrapolate da diverse poesie, appese in ordine casuale sui muri della stanza, scegliendo quella più significativa e poi, attraverso anche al suo supporto da Coach, riflettendo sul proprio vissuto e sulle reazioni anche inaspettate, che possono aprire l’accesso a parti di sé ancora sconosciute e così anche incentivare comportamenti diversi, più consapevoli.

Christophe, autore del romanzo La crisi colpisce anche di sabato, ha invece proposto un brano tratto proprio dal libro, con l’obiettivo di far riflettere le persone sul potere evocativo di questo genere letterario, e sul rapporto tra racconto esplicito, interpretazione e immaginazione del lettore.

Infine Anja ha affrontato una lettura ancora diversa, partendo dal suo nuovo libro Conoscere la giusta distanza. Sfide di management in un mondo complesso, in cui la razionalità del saggio incontra lo stimolo dell’arte contemporanea e lo offre al mondo del business, con l’obiettivo di innescare maggiore consapevolezza, apertura, cambiamento, innovazione. Così, i partecipanti si sono cimentati nella lettura di alcune opere d’arte, tutte connesse esplicitamente al tema della lettura e della conoscenza: librerie, pagine, scritte, copertine, libri in vari formati, materiali, dimensioni e posizioni, capaci di dare adito ad interpretazioni molto diverse tra loro.

In seguito a queste attività, ci siamo poi ritrovati per un momento finale in plenaria, per conoscere “più da vicino” i tre autori e ascoltare le loro esperienze all’incrocio tra scrittura, lettura e Coaching. Intervistati dal giornalista Francesco Gaeta, hanno raccontato il processo creativo, gli ostacoli principali, le competenze messe in gioco, le motivazioni, costruendo insieme un dialogo sulle peculiarità dei diversi generi letterari e sugli spunti che l’esperienza della scrittura e della lettura offrono.

Entrambe infatti, come ha sottolineato il giornalista Francesco Gaeta durante l’intervista, «contribuiscono a portare a galla la moltitudine che è in noi, e che talvolta non sappiamo di avere». Tra le due c’è un rapporto che possiamo definire dialogico, per cui esistono tanti libri quanti lettori: il testo scritto diventa ponte tra chi scrive e chi legge, uno spazio di condivisione, reciprocità, scambio, in cui la vita dell’autore incontra quella del lettore, che di volta in volta dà il suo contributo al testo, lo trasforma, lo arricchisce.

Se non hai potuto partecipare alla diretta streaming dell’intervista o vuoi rivederla, puoi trovarla a questo link!

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