Possiamo tranquillamente affermare che nelle nostre aziende l’intuizione non riceve l’attenzione e lo spazio che meriterebbe.
È vero che a qualche imprenditore o capo carismatico viene riconosciuto un particolare “fiuto” per soluzioni “geniali”. Ciò viene visto come una qualità innata ed eccezionale e non come una competenza che chiunque possiede ed è in grado di sviluppare.
L’intuizione è forte quanto la ragione
Mentre abbiamo la sensazione che il pensiero razionale possa essere compreso, verificato, trasmesso e tradotto in azioni coerenti percepiamo l’intuizione come una cosa sfuggente, difficile da trasmettere e soprattutto non verificabile.
Invece, le neuroscienze ci spiegano come pensiero razionale e pensiero intuitivo siano assolutamente complementari e che l’uno sia interdipendente dall’altro.
Cos’è l’intuizione?
La radice latina della parola “intueri” significa guardare attentamente. Infatti, l’intuizione richiede concentrazione e attenzione:
- Si basa su una visione d’insieme della situazione e meno sull’analisi di singoli aspetti
- Si manifesta spontaneamente come “un lampo di genio” e non in maniera sequenziale
- Non è soggetta alla nostra volontà, cioè, non possiamo controllare il quando e il dove si manifesta
E come nasce?
- È accompagnata da una sensazione di certezza: siamo assolutamente convinti che l’idea che ci è venuta sia quella giusta
- Ci dà la spinta per agire immediatamente e non sentiamo il bisogno di pianificare le azioni perché ci è chiaro, a grandi linee, cosa c’è da fare
In più:
- Abbiamo l’impressione che sia nata da “fuori” di noi. Siccome il pensiero intuitivo è un processo inconscio non sappiamo descrivere come si è formato nella nostra mente
- Perciò è anche difficile trasmettere le nostre intuizioni ad altre persone. Dobbiamo chiedere la loro fiducia nei confronti della bontà delle nostre intuizioni.
Quando pensiamo a queste caratteristiche capiamo perché l’intuizione sia trattata con tanta diffidenza nelle realtà aziendali.
Ragione e intuizione lavorano insieme
Se comprendiamo, invece, la complementarietà di intuizione e razionalità riusciamo a immaginare meglio come integrare pensiero razionale e intuitivo nei processi decisionali e di problem solving nelle nostre organizzazioni. Nel suo libro “Pensiero lento e veloce” Daniel Kahneman spiega come la nostra mente sia composta da due sistemi con modalità di funzionamento distinti ma complementari. Il sistema 1 agisce in maniera rapida, automatica e inconscia mentre il sistema 2 riflette lentamente, a bocce ferme e corrisponde a ciò che conosciamo come pensiero consapevole e razionale. Si tratta dunque di creare condizioni di lavoro e di comunicazione che permettano ai due sistemi di “collaborare” al meglio.
Il modello che coniuga intuizione e creatività
L’intuizione viene spesso vista in connessione con la creatività e il modello delle 4 fasi del processo creativo di Helmholtz e Poincaré ci può dare qualche indicazione sull’interazione dei due tipi di pensiero.
- La prima fase corrisponde a un’analisi razionale e cosciente del tema
- Segue una fase di “incubazione” dove l’elaborazione avviene esclusivamente a livello inconscio
- Improvvisamente i risultati di questa elaborazione si manifestano alla mente cosciente come “illuminazione“
- Le soluzioni intuitive devono poi essere verificate e tradotte in singoli passi per la realizzazione
Questo modello ci può insegnare che ciascuna fase richiede determinate condizioni per potersi sviluppare al meglio. Nelle nostre aziende, sottoposte a ritmi sempre più frenetici, scarseggiano momenti e luoghi di calma che favoriscono il momento di incubazione. Nemmeno l’attenzione curiosa e aperta verso le intuizioni dei colleghi o collaboratori fa parte della cultura d’impresa prevalente.
Comunicazione, corporeità e mindfulness
Per favorire l’integrazione tra pensiero razionale e intuitivo e utilizzare al meglio le potenzialità della nostra mente dobbiamo sviluppare e istituire nuove forme di comunicazione.
La classifica sequenza: elaborazione (solitamente individuale) > presentazione > dibattito > decisione (gerarchica o a maggioranza) andrebbe sostituita, o perlomeno integrata da: dialogo collettivo > riflessione individuale > proposta > decisione consensuale.
Si dovrebbe sviluppare la consapevolezza che la soluzione migliore emerge se il pensiero intuitivo (individuale e collettivo) viene nutrito dall’attenzione e da un clima favorevole.
Infatti, due caratteristiche del pensiero intuitivo vengono poco considerate: le emozioni e il movimento del corpo, che giocano un ruolo importante.
La famosa idea geniale che ci viene sotto la doccia (e non davanti al computer) ha una sua ragione fisiologica. Il movimento del corpo, il calore dell’acqua, la sensazione piacevole sulla pelle, tutto questo favorisce pensieri positivi e creativi.
La vita è continuo movimento e la nostra mente è sempre alla ricerca di gesti che ci portano in situazioni di comfort in cui i processi vitali del nostro organismo possono svolgersi al meglio.
Per questo la nostra mente è strutturata come una mappa che mostra i movimenti per raggiungere posizioni e situazioni favorevoli e ci evita quelli pericolosi e minacciosi. Dovremmo perciò dare maggior ascolto agli impulsi del nostro corpo e alle nostre emozioni. Non a caso la tecnica della “Mindfulness” è tanto in auge. Ma viene ancora vista come una cosa “altra” rispetto al lavoro “serio” in azienda. Dovremmo invece imparare a integrare questo atteggiamento nella prassi lavorativa quotidiana.
La Management Constellation facilita l’intuizione
Uno dei metodi più efficaci per integrare pensiero razionale e intuizione è quello della Management Constellation. In un processo di sei fasi si alternano momenti di focalizzazione sulla ratio e momenti dedicati all’intuizione.
Questo processo, estremamente flessibile, si adatta a tantissime situazioni aziendali in cui un gruppo di persone è chiamato a prendere decisioni importanti, risolvere un problema, diramare un conflitto, organizzare un processo, etc.
La comunicazione in azienda ha bisogno di nuovi modelli
Le scoperte sul funzionamento della mente umana sono tuttora agli inizi ma ciò che sappiamo dovrebbe già bastare per indurci a modificare il modo di strutturare la comunicazione nelle aziende a vantaggio della produttività, della creatività e del benessere delle persone.