La professione del Business Coach: essere o saper fare? | Webinar Di EMCC Italia A Cura Di Roberto Degli Esposti

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“Siamo Business Coach oppure facciamo Business Coaching? E per farlo, dobbiamo essere solamente bravi, oppure occorre anche essere commerciali?”. Queste le principali domande a cui Roberto Degli Esposti, Executive Business Coach e Managing Partner, si è interrogato nel webinar che si è svolto giovedì 11 febbraio 2021, in collaborazione con EMCC Italia – European Mentoring & Coaching Council. Il discorso, ricco di spunti di riflessione, si è concentrato sull’importanza, per il Business Coach, dell’immagine che dà di sé e del modo in cui si presenta ai suoi clienti, come professionista e come persona, e su come questo sia parte integrante del mestiere.

 

L’incontro è iniziato con il riferimento a due personaggi del mondo dell’arte, Maurizio Cattelan e Massimiliano Gioni: il primo è l’artista di nota fama, il secondo è invece colui che fingendosi Cattelan è riuscito a promuoverne e venderne con successo l’immagine. Il talento di Cattelan non sarebbe bastato per diventare chi è diventato e il contributo di Gioni è stato fondamentale.

Quanto sarebbe bello per ciascun Business Coach, riflette Roberto partendo da questo esempio, poter avere, per così dire, il proprio “Massimiliano Gioni” personale, capace di presentarlo al mondo come professionista?

Dopo anni di duro lavoro per acquisire strumenti e competenze, dopo aver frequentato corsi e allenato la pratica, dopo aver ottenuto certificazioni e riconoscimenti, per il Business Coach è infatti di fondamentale importanza fare in modo che le sue capacità vengano riconosciute come un valore.

Il contesto e il mercato attuali offrono, però, un quadro abbastanza ostico. Proprio per questo motivo, ogni Business Coach ha così, come compagno quotidiano, quello che Roberto chiama il “business di fare il Business Coach”, ovvero il compito di esprimere quello che è in grado di creare e offrire, in termini di valore, curandosi della propria immagine, credibilità e affidabilità agli occhi dei propri clienti. Per poter esercitare la professione, per far sì che il cliente scelga proprio lui e non qualcun altro, oltre che avere il talento e le competenze, è necessario che li sappia comunicare e trasmettere. Un po’ come Gioni con Cattelan.

Ma che cosa significa questo, per un Business Coach? Quali sono i comportamenti che, in termini di mercato, possono aiutare ad avere successo e a portare il proprio contributo? E dove sta la distinzione tra i due ruoli: colui che è e colui che vende?

Nel Business Coaching, propone Roberto, i due aspetti si sovrappongono e confondono.

L’invito è quello di pensare a quali competenze comportamentali definiscono il bravo Coach: nel corso del dibattito emergono la formulazione di domande potenti e utili a chi ascolta, il dialogo e l’ascolto profondo, tutte caratteristiche che hanno fortemente a che fare con lo sviluppo di una relazione genuina tra Coach e Coachee. Con un’immagine forte, il coaching viene paragonato ad una danza che il Coach e il Coachee ballano insieme: requisito fondamentale in questo mestiere diventa allora saper entrare in sintonia, creare un contatto intimo di fiducia reciproca.

Tutte le competenze proprie del Business Coach sono la base per la costruzione di relazioni potenti, che producono valore, ma l’applicazione di queste competenze non può limitarsi alla sola sessione di coaching, al momento e alla durata dell’incontro con il Coachee.

Non può trattarsi di un esercizio circoscritto: le competenze per cui ogni Business Coach viene qualificato non sono una valigetta degli attrezzi, da tenere lì chiusa e aprire solo nel momento del bisogno.

Creare relazioni, instaurare un rapporto autentico, e quindi presentarsi sul mercato come degni di fiducia è parte integrante della professione stessa. E questo richiede, a sua volta, di “essere” un Business Coach nel senso pieno del termine: non basta “farlo”, smettendo non appena finisce la sessione, ma è un mestiere che non ha un inizio e una fine, ma in cui solo l’esercizio vero e continuo può fare il maestro.

Così Roberto ha concluso il suo intervento invitando il pubblico ad abbandonare l’idea che fare il Business Coach e vendersi come tale siano due attività diverse, e suggerendo invece di riportarle a unità: “essere” un Business Coach significa arrivare al proprio pubblico e fare davvero bene il proprio mestiere.

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