La sostenibilità è per molti un tema in cima alle priorità di questo tempo. Di conseguenza non solo individualmente o di attori dedicati ma anche a livello aziendale incontriamo attori che svolgono un ruolo si propulsione, fungono da volano del cambiamento le aziende, in quanto detentrici di un ruolo fondamentale come volano di stili di vita, possono diventare il primo motore del cambiamento.
Abbiamo parlato con l’Executive Business Coach Marianne Fröberg, che aiuta i leader a rendersi più consapevoli delle opportunità insite in una “leadership sostenibile” dal punto di vista personale, sociale, economico e ambientale. Un leader sostenibile è attento alla sua energia, al suo equilibrio interno, crea e vede le relazioni e connessioni nei team e nella cultura aziendale. Vede che l’azienda è interconnessa con tante altre realtà che insieme creano un ecosistema. Vede il ruolo che ha l’azienda nella società.
Ma cosa significa allenare i leader in questa direzione?
Qual è il ruolo del coach in tutto ciò?
La sostenibilità ambientale è un tema caldo in azienda, come stanno reagendo le organizzazioni davanti a questa nuova tendenza?
Sinceramente, trovo poco opportuno parlare della sostenibilità come se fosse un trend o una moda. Si tratta di tema esistenziale per l’umanità, che facciamo fatica a gestire. Sono trent’anni che abbiamo la conoscenza scientifica di ciò che sta accadendo, ma facciamo fatica ad assorbire le informazioni. Solo adesso iniziamo a percepire che spetta a noi come individui e collettività imparare a stare in armonia con la terra, e a partecipare ed agire per limitare la crisi climatica. Il vero tema, per cui siamo rimasti immobili tutti questi anni, risiede dentro di noi, una forma di rifiuto, l’aspettativa che il problema venisse risolto da qualcun’altro…
Ora serve un nuovo mindset e una seguente strategia comportamentale, per mettere in atto tutti quei comportamenti necessari per il benessere del nostro Pianeta ma anche di noi stessi. Alcuni degli skills più importanti per i manager ora sono la capacità di vedere sistemi complessi, creare partnership a collaborazioni, avere una visione e pianificazione a lungo termine.
L’aspetto più tragico è che ci siamo sconnessi dal sistema stesso che ci nutre, la terra. Abbiamo dimenticato quanto viviamo in simbiosi con ogni suo ciclo di vita e la sua bellezza. Negli ultimi cinquant’anni abbiamo avuto un focus verso la crescita economica, nonostante sapevamo e sappiamo che viviamo in un sistema non infinito che richiede prospettiva a lungo termine e equilibrio.
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In questo periodo lungo, quindi, le aziende erano solo occupate a sviluppare business forti in termini economici e il mercato favoriva questa tendenza. Mancando una consapevolezza di base della nostra interdipendenza, in tanti ambiti il business veniva separato dal sistema economico più funzionante in assoluto, la natura stessa. Venivano a mancare modelli di business sostenibili nel tempo, focalizzando il guadagno a breve termine.
Secondo la prospettiva aziendale la sostenibilità, spesso, era una vera limitazione verso il successo, invece di un’opportunità e unica strada verso una sopravvivenza a lungo termine.
Oggi il mondo si sta svegliando bruscamente, riconoscendo la situazione critica in cui ci troviamo e riconoscendo le nuove opportunità anche dal punto di vista del business.
Come è possibile affrontare l’emergenza climatica da parte delle aziende?
Quando parliamo di sostenibilità, si entra in una sfera personale e identitaria della persona. Sono tanti i Bias legati a questo tema: culturali, politici e sociali. Pensi che occorra evolvere il codice etico per il business Coach?
Oggi spetta a ogni Coach decidere con chi lavorare e come lavorare. Quali sono le aziende che io scelgo di aiutare? Come decido di aiutare le aziende, verso quale obiettivo? Il Coach quindi, può essere del tutto neutro o avere una responsabilità ulteriore nel poter scegliere chi e come aiutare? C’è chi sceglie di non aiutare un’azienda senza un business sostenibile oppure di aiutarla a non essere ulteriormente negativa per il pianeta o per le persone.
Chi segue il codice etico EMCC si impegna in attività di sviluppo professionale che contribuiscono ad aumentare l’autoconsapevolezza in relazione a tematiche quali inclusione, diversità, tecnologia, nonché agli ultimi sviluppi delle problematiche sociali e ambientali. Ma cosa vuol dire oggi?
Al Coach può essere richiesto di aiutare un’azienda con un modus operandi poco sostenibile di cambiare rotta.E ci spetta anche la scelta etica di dichiarare se vogliamo aiutare una persona e la sua azienda a ridurre l’impatto negativo.
Quindi, qual è la nostra scelta? Il nostro mestiere è dare gli strumenti alle persone per essere più performanti in quello che fanno. Come Coach, oggi devo chiedermi sto aiutando un’azienda a inquinare il mondo?
Ma c’è un’altra scelta che io trovo molto importante. Nella prima fase del rapporto tra il Coach e i committenti, detto contracting, si mettono le basi per il percorso. Abbiamo la possibilità di condividere l’inclusione dell’aspetto della sostenibilità nell’analisi del contesto di business, in quanto un aspetto altamente strategico. È una scelta da parte dell’azienda che può essere promossa dal Coach.
A questo punto, il Coach e il committente possono insieme scegliere quali competenze allenare. Ci sono alcune competenze che sono essenziali per agire una leadership sostenibile. Si tratta di allenare la presenza, il future-thinking, complexity awareness e le connessioni relazionali tra persone e il sistema natura.
Noi Coach, da sempre siamo abituati a sollecitare determinate competenze, magari è necessario lavorare su nuove soft skills. Occorre un nuovo stile di leadership, allo scopo di assicurare anche la sopravvivenza del sistema della stessa azienda.
Scopri le nuove competenze comportamentali della sostenibilità