Decidere in situazioni complesse

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Quale aiuto ci può dare il metodo delle costellazioni sistemiche per prendere decisioni?

Vorrei affrontare questa domanda sotto tre punti di vista:

  • Descrivendo alcune caratteristiche dei processi decisionali;
  • Riflettendo sul funzionamento delle costellazioni sistemiche partendo dalla teoria di Daniel Kahneman;
  • Per illustrare la necessità di integrare le costellazioni sistemiche con altri approcci

Cosa ci fa prendere le decisioni?

Una decisione emerge all’interno di un sistema sociale come frutto della comunicazione e delle interazioni tra vari attori. Possiamo distinguere vari fattori e fasi che caratterizzano il processo decisionale, quali:

  • Il coinvolgimento delle persone interessate
  • La strutturazione degli episodi di comunicazione
  • Il chiarimento delle premesse e del contesto delle decisioni
  • La focalizzazione sullo scopo essenziale
  • La valutazione dei bisogni, delle risorse disponibili, delle opportunità e dei rischi sostenibili
  • Lo sviluppo di un consenso sui criteri fondamentali
  • La formalizzazione della decisione
  • L‘impegno per l’attuazione

La gestione più o meno consapevole e accorta di questi vari aspetti incide sulla qualità del processo decisionale e determina tra l’altro:

  • Se le decisioni vengono prese in tempo o sono continuamente rimandate.
  • Se gli accordi sono attuati da tutti con impegno oppure ostacolati e ritardati.
  • Se si trovano nuove soluzioni oppure ci si aggrappa a vecchi concetti e ricette.
  • Se diverse idee e punti di vista sono combinati in modo costruttivo oppure le posizioni degli avversari sono trascurate o soppresse.
  • Se si arriva ad una soluzione sostenibile che considera anche gli effetti sull’ambiente in un orizzonte temporale di medio/lungo periodo o ci si concentra sui benefici a breve termine.
  • Se l’attenzione è rivolta sui bisogni e benefici dei clienti e stakeholder oppure si concentra sugli interessi del singolo individuo o della singola organizzazione.
  • Se la soluzione concordata è realistica ed efficace perché prende in considerazione le risorse e opportunità disponibili o si rimane aggrappati a ideologie e obiettivi irrealistici.

Considerando la complessità del tema mi pare evidente che una singola costellazione sistemica non può fare miracoli. Eppure, se inserita nel momento e modo appropriato può dare un contributo prezioso.

La teoria di Daniel Kahneman applicata al Management Constellation

Secondo Daniel Kahneman e altri studiosi possiamo immaginare il funzionamento della mente umana come interazione di due sistemi che Kahneman chiama semplicemente Sistema 1 e Sistema 2.

Il primo è intuitivo, fulmineo, usa la memoria associativa ed è necessario per reagire. È la belva che scatta immediatamente, talvolta compiendo magie per la precisione istantanea, altre volte deragliando rovinosamente. Il secondo è quello più lento, pesante e pigro, si mette in moto stimolato dal corpo, dall’aumento del battito cardiaco, dalla sudorazione e dalla dilatazione delle pupille, altrimenti sonnecchia e lascia fare alla belva. Ma quando l’inerzia viene superata, entra in gioco a guidare l’impulsività, ragiona, razionalizza, schematizza e spesso corregge o evita i deragliamenti.
Ma non è razionale, in senso stretto di perfettamente consistente e logico, è solo ragionevole. Anche lui fatica, pasticcia con le informazioni, si fissa, guarda solo da una parte, le nuvole o i piedi, infine spesso viene trascinato da una deriva e finisce nelle secche.

Il Sistema 2 è ciò che pensiamo di essere e spesso ciò che vogliamo sia capito di noi. Ma non è così: della sua deriva non sappiamo quasi nulla e del Sistema 1, la belva, fingiamo di non sapere, troppo veloce, non si capisce bene cosa faccia e chi sia.

Integrare le costellazioni sistemiche con altri approcci

E qui risiede a mio avviso la forza del metodo delle costellazioni sistemiche: mettendo in scena l’immagine della situazione che vogliamo analizzare e risolvere riusciamo a prendere coscienza, ovvero rendere accessibile al Sistema 2, una parte delle dinamiche nascoste del Sistema 1, che potremmo anche chiamare “sapere implicito”. Nella costellazione sistemica possiamo plasmare o governare, fino a un certo punto, l’interazione tra i due sistemi rendendola più ragionevole, forse potremmo dire, più intelligente.

La tecnica della costellazione sistemica ci obbliga a scegliere una determinata prospettiva dalla quale osserviamo una situazione e un numero limitato di fattori che riteniamo essenziali per una buona soluzione. Per fare queste scelte, dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti e modelli teorici che abbiamo a disposizione e che provengono da varie discipline quali l’Economia Aziendale, la Psicologia, la Sociologia, la Bionica, la Filosofia, ecc.

È nell’integrazione con altre strumenti e approcci che il metodo delle costellazioni sistemiche dispiega tutta la sua efficacia. E perché no, la sua magia.

La con-fusione di diversi strumenti e tool è possibile con le Management Constellation per prendere decisioni in maniera più consapevole e superare i propri punti ciechi. Disponiamo di un metodo che veicola l’accesso alla conoscenza implicita immagazzinata nel sistema inconscio della nostra mente. Ciò significa che ci è permesso di esprimere anche quegli aspetti della nostra conoscenza tacita che contraddicono le nostre credenze e sono stati scartati dalla nostra mente. Management Constellation ci consente di completare il quadro di una situazione con informazioni importanti che già abbiamo in mente. Questo ci permette di prendere decisioni più lungimiranti e responsabili.

La conoscenza e la consapevolezza sono due elementi fondamentali che entrano in gioco.

Gestire il sapere in maniera consapevole, compreso il rifiuto di sapere, è una delle grandi sfide per ogni leader. Raramente troviamo qualcosa che non abbiamo cercato. Normalmente preferiamo cercare informazioni che rafforzano la nostra opinione e prestiamo meno attenzione a ciò che potrebbe mettere in discussione le nostre convinzioni. La nostra mente si rifiuta di cercare informazioni o approcci che potrebbero rivelarsi sfidanti.

Come possiamo uscire da questo ghetto cognitivo nel quale noi stessi ci siamo rinchiusi?

La percezione e l’interpretazione della realtà influenzano la nostra identità e la nostra identità determina la nostra appartenenza ai diversi gruppi sociali. Con le nostre opinioni e credenze dichiariamo chi siamo e con chi stiamo. Cambiare idea, quindi, perché trovare nuove informazioni è un‘impresa rischiosa. Una delle principali abilità cognitive della nostra mente è selezionare le informazioni rilevanti dalla marea di dati a cui siamo esposti. Il processo di selezione, tuttavia, è influenzato dal principio del minimo sforzo. Alla nostra mente non piace cambiare i suoi schemi e le credenze. Questa è la brutta notizia. Ce n‘è anche una buona, tuttavia. Se la nostra mente seleziona le informazioni rilevanti, ciò significa che da qualche parte viene archiviato anche il resto dei dati, come abbiamo visto, con la teoria di Daniel Kahneman sui due sistemi della mente.

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