Cosa significa fare Coaching online? Quali sono le specificità rispetto al Coaching in presenza? Perchè un team dovrebbe affidarsi al Team Coaching su un format virtuale? Rossella Pin ci spiega perché ci si affida a un’offerta di Coaching completamente online e quali sono gli elementi che entrano in gioco quando un professionista è chiamato a gestire un team.
Rossella Pin è Team Coach, Senior Mentor, Docente e lavora nel Coaching digitale con SCOA – The School of Coaching. Vanta un’esperienza ventennale nella gestione e formazione di risorse umane coinvolte nello sviluppo di nuovi servizi e gestione di progetti in primarie società del settore finanziario e manifatturiero in Italia e all’estero. L’abbiamo intervistata per farle qualche domanda sul Coaching online.
Diventare Team Coach è possibile anche dalla propria abitazione. Non è necessario spendere ore e ore di tempo e denaro sui mezzi per raggiungere questo obiettivo. Anzi, questa nuova dimensione e fruizione del Team Coaching potrebbe portare tanti benefici. Quali sono i vantaggi del Coaching “online”?
RP: I vantaggi sono tanti. Una ricerca di Rhonda M. Berry e molti altri studi hanno dimostrato che fare Coaching in presenza o in virtuale registra lo stesso livello di efficacia. In entrambi i casi, infatti, tra Coach e cliente si possono instaurare working alliances intense e produttive. Ciò che conta non è tanto il contatto fisico quanto la “presenza” del Coach.
La presenza costituisce il canale, la connessione che si viene a creare tra due persone seppur distanti – in questo caso tra Coach e Coachee -, mentre la vicinanza fisica esula da qualsiasi connessione o contatto con l’altro.
Anzi, la vicinanza fisica può essere motivo di disturbo durante la seduta di Coaching, e molti clienti si trovano a loro agio quando sono fisicamente distanti dal Coach perchè stando distanti, ognuno nella propria comfort zone domestica, interviene la sicurezza psicologica dello stare “separato” dall’altro. Di conseguenza i Coachee si aprono molto di più durante le sedute da remoto.
Il vantaggio per il Coach e Coachee è che ogni spostamento fisico non è necessario, e le sedute online avvengono nel proprio ambiente in cui ognuno è a proprio agio. Questo permette di mantenere la nostra routine quotidiana prima di entrare in sessione: non arriviamo dal cliente dopo aver passato 45 minuti in una metro affollata o dopo mezz’ora di traffico! Da questa situazione deriva un approccio più confortevole al Coaching e la sessione diventa più agevole.
Nel Coaching “offline”, siccome c’è un costo di spostamento e di tempistiche, si tendono a fare incontri più lunghi. Ad esempio, se devo incontrare il mio Coachee nel mio ufficio lo faccio accomodare, gli offro un caffè, chiacchiero con lui o lei del più e del meno prima di entrare nel vivo della seduta. Stessa cosa al termine dell’incontro: non posso mandare malamente via il mio Coachee! I tempi di “preparazione” e di “chiusura” degli incontri sono dilatati e richiedono molte energie. Perciò le sedute di Coaching dal vivo durano molto di più e vengono caricate di più. Ed occorre precisare che il livello d’attenzione di una persona è relativamente breve: circa 30 minuti. Quindi si deve avere l’accortezza di mantenere brevi le sessioni online, appunto per essere più performanti. In tempistiche ridotte il Coach e Coachee possono concentrarsi completamente, perché le tempistiche e la spesa in termini di concentrazione sono ottimizzate. Questo esercizio andrebbe allenato più spesso perché aumenta la produttività ed il rendimento lavorativo.
Quali accortezze deve adottare il Coach durante queste sessioni digitali?
RP: Il Coach deve ricorrere a competenze specifiche e a una capacità di sentire molto più profonda. Fare Coaching da remoto significa osservarsi continuamente e aprire un canale emotivo ed energetico per creare quella connessione che la vicinanza fisica non agevola.
Facendo Coaching virtuale si attiva un altro canale: quello energetico. Molti clienti “sentono” e si concentrano molto di più quando vivono una sessione online, perchè anche loro sono distratti, nel Coaching “offline”, dal paraverbale del Coach.
Come si è sviluppato il Coaching online?
RP: Inizialmente gli USA e l’Australia hanno adottato questo format di Coaching, perché le distanze in questi paesi sono una variabile non indifferente e perciò il Coach poteva servirsi solamente delle piattaforme “virtuali” per sopperire la mancata vicinanza del cliente. La formazione online è nata in questi paesi e così anche il Coaching online, che si effettuava per via telefonica. Questa modalità – di cui io stessa mi sono servita – richiede una capacità sopraffina di ascolto, perché viene a mancare il feedback del paraverbale e il Coach e il Coachee per comunicare possono affidarsi solamente alla voce e alle sue componenti come l’intonazione, timbro, volume, pause, silenzi, interiezioni etc.
In Italia invece non c’è mai stata l’imperante necessità di accorciare le distanze, soprattutto in grandi città come Milano o Roma in cui le pratiche di Coaching sono più diffuse. Tuttavia ho scelto di spostarmi quasi totalmente sul Coaching online perchè il mio mercato è internazionale: avendo clienti provenienti da tutto il mondo, il format online è per me, e per tutti gli altri Coach che hanno un mercato esteso, il più ottimale e funzionale.
Infatti, quando lavoravo all’estero interagivo con clienti principalmente italiani, servendomi di questa modalità in remoto. Una volta rientrata in Italia, ho cominciato a lavorare con clienti esteri usando lo stesso approccio online. Ora collaboro con molte aziende estere i cui membri del team lavorano da anni insieme senza essersi incontrati e non si sono mai conosciuti fuori dal virtuale!
Quali sono le caratteristiche specifiche del Team Coaching in digitale?
RP: In generale, intraprendere il Team Coaching in virtuale è specifico per team che:
- sono abituati a lavorare da remoto e interagiscono principalmente su piattaforme online
- hanno membri che non sono presenti nello stesso luogo
- o parte del team consiste in una divisione estera o è allocata lontano dalla casa madre
Per i manager che si trovano a gestire questi team internazionali o semplicemente eterogenei, il Team Coaching online è la soluzione più conveniente perché possono fare un lavoro sullo sviluppo delle soft skills con i loro collaboratori anche nella dimensione digitale. Qui naturalmente intervengono tecniche e metodologie ad hoc: fare Team Coaching online non è la stessa cosa che fare Team Coaching “offline”. Erroneamente si pensa che le tecniche e modalità del Coaching si trasferiscano direttamente sui format virtuali, ma non è così. Adattando i processi e i criteri del Coaching alla fruizione online interviene una logica di lavoro agile e di smart working; il segreto è abituarsi a questo modo di lavorare.
Il Team Coaching migliora le performance dei team? Leggi l’intervista a Roberto Degli Esposti e Annarita Galanto, docenti SCOA qui.
Che tipo di comunicazione interpersonale si stabilisce nel Coaching online?
RP: Quando due interlocutori sono fisicamente compresenti, questi si sincronizzano. Avviene una comunicazione sincrona in cui istintivamente siamo portati a imitare il paraverbale dell’altro. Se io e il mio Coachee siamo entrati in connessione tra di noi e ci “sentiamo”, accade che le movenze, il tono della voce, la postura e i gesti di uno diventino lo specchio di quelli dell’altro. Questa è la comunicazione sincrona, che caratterizza la comunicazione “offline”.
Nella comunicazione testuale – via chat, sms, Facebook etc – la comunicazione è invece asincrona: riflettiamo, ponderiamo, cancelliamo e modifichiamo il contenuto del nostro messaggio prima di inviarlo. Ciò è impossibile che accada in una comunicazione vis-à-vis.
Invece, gli strumenti usati dal Coaching online come le videochat e le online conference rooms ci fanno ritornare a una comunicazione sincrona, seppur in virtuale. Questo perché abbiamo un riscontro visivo del paraverbale del nostro interlocutore: riusciamo a capirne le movenze e i gesti e ne siamo influenzati.
Che ruolo avrà l’online nel futuro del Business Coaching?
RP: Le modalità di Coaching da remoto probabilmente definiranno il futuro del Business Coaching. Eviteremo spostamenti e faremo una scelta ecologica e improntata alla sostenibilità. La domanda da porsi è: il Coaching online serve? Sì, all’ambiente e al nostro portafoglio: risparmiamo tempo e denaro prezioso se decidiamo di lavorare sulle piattaforme online. É un piccolo contributo che possiamo dare, soprattutto in questa particolare situazione in cui l’Italia si trova. Se il Coach in primis non è pronto a cambiare le sue abitudini come può chiedere al suo cliente di adottarne di nuove?
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Rossella Pin
Team Coach, ICF MCC
EMCC EIA Senior Mentor e Docente
Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche, è ICF Registered Certified Mentor Coach e anche European Individual Award Senior Practitioner e Assessor per l’European Mentoring and Coaching Council; e Scheme Designer di Programmi di Mentoring e Trainer di Mentor (livello Professional Certified Magister) con la Scuola Italiana di Mentoring – Coaching and Mentoring International. Ha completato la formazione come Conversational Intelligence Enhanced Skills Coach con la Dott.ssa Judith Glaser, Phd., e la formazione in Team Coaching con il Prof. David Clutterbuck, Nel 2014 ha co-fondato EMCC Italia, il capitolo italiano dell’European Mentoring and Coaching Council.