Gestire la perdita di concentrazione del Coach: 6 tips di David Clutterbuck

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Nel Business Coaching ci si deve appellare a moltissime energie durante l’esercizio, e da parte del Coach il rischio di perdita di concentrazione è dietro l’angolo e sempre in agguato.

Perché anche i Coach e i Mentor più esperti incappano in questi occasionali momenti di disconnessione – momenti della conversazione di Coaching in cui iniziano a dubitare delle loro capacità, non sono sicuri su come far avanzare il dialogo o sentono che semplicemente non stanno aiutando il cliente così come loro potrebbero. 

Quando provi tali sentimenti, non sentirti in colpa, sentiti grato, perché sono fondamentali per la pratica riflessiva e il miglioramento continuo delle tue competenze di Coaching.

David Clutterbuck, Practice Lead at COACHING AND MENTORING INTERNATIONAL LTD, suggerisce di:

  • Credere nel tuo intuito di Coach
  • Non sentirti in dovere di riempire il silenzio 
  • Considerare e discutere apertamente la perdita di concentrazione 
  • Avere un ampio portafoglio di strumenti e tecniche  
  • Ma anche essere in grado di sperimentare nuove soluzioni 
  • Accettare che alcuni problemi non saranno risolvibili

Il Coach quando può perdere la concentrazione?

Questi sono alcuni dei momenti più comuni in cui la perdita di concentrazione del Coach può verificarsi:

  • Quando inizi a perdere il rapporto con il cliente
  • Quando senti che la conversazione di Coaching ha perso energia
  • Quando la conversazione di apprendimento non sembra andare da nessuna parte
  • Quando il problema del cliente sembra insolubile

Coach efficaci imparano a convivere e ad assaporare questi momenti come opportunità per il proprio apprendimento e per aprire nuove strade per e con il cliente. 

Un Coach, racconta Clutterbuck, una volta gli ha spiegato durante una sessione di supervisione che era stato interpellato in una sessione di Coaching in cui non avevo idea di cosa dire dopo. Ha iniziato a farsi prendere dal panico mentre il silenzio aumentava sempre più. Poi, disperato, il Coach ha detto al suo cliente: ‘Ci siamo incontrati tre volte, quindi dovresti averne una buona idea su come sto cercando di stimolare il tuo pensiero. Qual è la domanda che speravi non ti avrei fatto a questo punto?’ 

Era come se improvvisamente avesse aperto il rubinetto: Dal Coachee è emersa un’intera serie di preoccupazioni e nuove informazioni, che hanno messo la questione in una prospettiva molto diversa.

Cosa abbiamo imparato sul rischio di perdita di concentrazione?

Alcune delle lezioni emerse dalle nostre conversazioni con gruppi di Coach includono:

Credi nel tuo intuito

Se ti dice che stai per perdere la concentrazione, probabilmente lo stai già facendo. Recenti studi fisiologici hanno esplorato i movimenti micro-oculari, che sono così veloci e piccoli che non sono rilevabili a livello cosciente. Sebbene la scienza dietro le affermazioni della NLP sui gross eye movements sia dubbia, a un micro livello il movimento della pupilla si è dimostrato essere la finestra su cui è focalizzata l’attenzione inconscia di una persona. Questi e altri indizi posturali e tonali possono stimolare la consapevolezza intuitiva del Coach sui segnali, che il cervello coscientemente potrebbe non riconoscere anche molto tempo dopo, se non del tutto.

Ascoltare l’intuizione ti dà tempo per riflettere su ciò che sta accadendo e decidere se è necessario un cambiamento di virata o se potrebbero esserci dei benefici nel consentire alla perdita di concentrazione di svilupparsi, e osservare ciò che ne scaturisce.

Diamo spazio all’intuizione. Leggi qui l’articolo di Georg Senoner sull’importanza dell’intuizione nel Coaching e in azienda.

Non sentirti in dovere di riempire il silenzio

Se la perdita di concentrazione provoca una pausa nel dialogo col Coachee, utilizzala come spazio riflettente per entrambi. 

Potresti anche dire: “Penso che questa potrebbe essere una buona opportunità per riflettere su dove siamo arrivati e su come vogliamo continuare questa conversazione”. O addirittura, “Quale pensi possa essere una domanda utile su cui riflettere ora che siamo arrivati a una pausa naturale?”. 

Una delle caratteristiche che distingue i Coach efficaci da quelli inefficaci è quanto questi si sentano a proprio agio nel silenzio. I Coach inefficaci tendono a diventare più ansiosi e sono più propensi a porre domande prima che il cliente abbia completato il processo di riflessione. 

In extremis, potrebbero essere necessari diversi minuti. (Il massimo che abbiamo vissuto è di 15 minuti, il che è stato difficile, ma fondamentale al cliente per elaborare i suoi sentimenti e le implicazioni delle intuizioni acquisite).

Considera e discuti apertamente la perdita di concentrazione

Si è verificata perché:

  • Stai facendo ipotesi sul problema che ti portano a domande che il cliente non ritiene utili?
  • Il cliente sta evitando il problema?
  • Il processo che stai utilizzando non si adatta abbastanza bene al cliente o al problema (o ad entrambi)?
  • Sei troppo meccanicista nell’usare il processo?
  • Il ritmo del dialogo di apprendimento è inappropriato?
  • Stai lavorando al problema sbagliato?

Il fatto che si sia verificata una perdita di concentrazione dovrebbe stimolare la curiosità del Coach. “Cosa ci siamo persi nella conversazione finora? A che punto è iniziata la perdita di concentrazione?”

Avere un ampio portafoglio di strumenti e tecniche su cui fare affidamento

Più è grande il tuo toolkit di strumenti e tecniche, più è probabile che troverai un approccio alternativo che funzioni. Più ampio è il vostro portfolio di approcci, che vi sentite a vostro agio nell’utilizzare, maggiore sarà la vostra sicurezza nel proporre una soluzione. Più sei fiducioso, più sarai rilassato e più facile sarà ristabilire il rapporto e la fiducia col cliente sul fatto che il problema è risolvibile. Alcuni Coach esperti acquisiscono uno strumento nuovo e pratico ogni mese.

Preparati a sperimentare

Anche se di solito è meglio servirsi di un approccio con cui hai familiarità, a volte anche un ampio toolkit non contiene nulla di ottimale. Questo è il momento di considerare la combinazione di tecniche diverse o creare un nuovo approccio, semplicemente seguendo le tue percezioni istintive su prospettive alternative che potrebbero stimolare una visione del cliente.

Quando usi una tecnica o uno strumento diverso, assicurati che il cliente sia consapevole che lo stai facendo e che sia d’accordo. Una delle cause più comuni della perdita di concentrazione è che il cliente sente di essere manipolato, ovvero che la tecnica viene eseguita su di loro piuttosto che con loro

Spiega come funziona la tecnica e fornisci esempi su come ha aiutato qualcun altro a costruire la fiducia del cliente, aiutando il tuo a rilassarsi. In generale, più un cliente comprende il processo, migliore è la probabilità che funzioni.

Accetta che alcuni problemi sono senza soluzione 

Se hai esaurito le possibili soluzioni e i processi di pensiero creativo che hanno generato alternative accettabili, utilizza la disconnessione come un’opportunità per valutare come il cliente può andare avanti. Le domande chiave qui possono riguardare:

  • quale sia la soluzione che offre meno danni
  • come il cliente gestirà il processo di accettazione
  • cosa il cliente e gli stakeholder possono fare per alleviare il disagio di non essere riusciti a risolvere il problema (e ogni residuo senso di colpa al riguardo)

Perdere la concentrazione è un momento di riflessione per il Coach

Nel complesso, i momenti di perdita di concentrazione, sebbene occasionalmente spaventosi, sono una risorsa preziosa sia per il Coach che per il cliente. 

Se li vedi come una risorsa piuttosto che come il precipizio catastrofico di una scogliera possono, e arricchiranno, la tua pratica di Coaching.

E tu? Hai mai perso la concentrazione durante una sessione di Coaching? Come hai reagito?

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Ti lasciamo con una riflessione di Tim Bright, Partner at OneWorld Consulting, Executive Search Consultant, Leadership Coach e Facilitatore su come rimanere connessi e focalizzati in tempi di Covid19.

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