Come reinventare il proprio stile di Coaching in digitale con l’aiuto delle 4C e delle carte flowknow®

coaching in digitale

Faccio subito outing. Fino allo scorso febbraio io ero tra quelli che, eccetto rare riunioni operative con clienti e staff, non facevano né meeting né sessioni di Coaching in digitale. 

Io che ho un passato professionale nell’arte e nella scultura, ho sempre preferito la fisicità, l’incontro con la persona. Per dirla in un modo un po’ buffo: essere con la mente nello stesso posto in cui si trova anche il mio corpo. 

Come tutti, durante la primavera scorsa, mi sono trovata all’improvviso catapultata in una dimensione nuova che prevedeva (e prevede ancora oggi) differenti modalità di incontro tra le persone. Non nego neanche di aver fatto fatica a spostarmi in quest’ultima. 

Tuttavia durante l’intero periodo della pandemia ci sono stati quattro elementi che mi hanno aiutato a re-inventare il mio modo di lavorare e fare Coaching e credo che continueranno ad essere fondamentali anche nei prossimi mesi, che sembrano indirizzarci verso un nuovo “inverno in remoto”.

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Durante un’emergenza la Collaborazione è fondamentale

Il primo di questi elementi è la COLLABORAZIONE. 

Con l’arrivo della pandemia, insieme ai miei colleghi ho cominciato a sperimentare tutte le tecniche, gli strumenti e i tools digitali presenti in rete, per poter svolgere le sessioni di Coaching con la massima efficacia. 

Abbiamo scaricato molte app, ci siamo iscritti a piattaforme, provato strumenti creativi, abbiamo studiato più a fondo i nostri computer per capire quali fossero i programmi funzionali e a nostra disposizione già da prima del lockdown. 

Abbiamo sperimentato tutto quello che abbiamo trovato e ci siamo confrontati sull’efficacia di questi strumenti che avevamo di fronte. È stato un momento interessante e di grande scoperta, ma realizzabile grazie a una collaborazione fruttuosa dove le idee passavano da una persona all’altra in un processo di co-costruzione che ha coinvolto tutti in un flusso creativo e collettivo. 

In situazioni di grande sfida credo abbia senso porsi domande come: chi sono quelle persone con cui posso allearmi per inventare soluzioni nuove per meglio affrontare uno scenario mutato? Come posso agire per agevolare la collaborazione e il processo di co-creazione con loro?

La Creatività che guida il Coaching in digitale

Infatti, la seconda C che mi ha guidato è stata la CREATIVITÀ .

Potevamo rispondere solo con la creatività a un cambiamento così stratosferico come l’arrivo di una pandemia, e al relativo obbligo di spostarsi a lavorare in remote. 

La creatività in sé, intesa come competenza, include la flessibilità, l’abilità di cogliere il nuovo, di essere curiosi nel trovare soluzioni alternative a quelle applicate fino ad ora.

La creatività ci ha permesso di costruire strategie nuove e così, ha incoraggiato la creazione della versione digitale delle carte flowknow®, per noi uno strumento di uso quotidiano nella gestione delle sessioni di Coaching prima dell’arrivo della pandemia.

CHE COS’È flowknow®?: Trasformazione: da un’idea di brand a un tool-kit tangibile da toccare e sentire

Per flowknow® abbiamo creato un’app che ospita tutti i contenuti del tool kit sul digitale e abbiamo cominciato a testare il loro uso nelle sessioni on-line. Abbiamo trasformato la scrivania del computer in un luogo di lavoro, utilizzando le carte flowknow® e i post-it digitali, proprio come eravamo abituati a fare in presenza.

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Screenshot dall’app delle carte flowknow® on-line

D’altro canto, non per nulla si chiama desktop: è stato proprio pensato per questo dal genio di Steve Jobs decenni fa. Ma in questa nuova percezione di fare Coaching in virtuale con l’utilizzo delle carte flowknow®, il desktop del computer non è solamente un archivio dove depositare file e folder, ma un vero e proprio spazio di lavoro digitale, dove i contenuti della sessione vengono costruiti man mano che la sessione procede. 

Accompagnare il Coachee nella sua riflessione con le carte e le schede dei dizionari contenute nel toolkit, insieme agli altri contenuti creati in digitale, è diventato un modo incredibilmente efficace di gestire le sessioni di Coaching.

Le mie sessioni finiscono quasi sempre con una domanda tipica del Coaching: “cosa ti porti via da questa sessione?”. In questo momento il 90% dei miei Coachee mi risponde subito: “più chiarezza!”. Ed è proprio uno dei pregi che l’utilizzo dei visual dà a una sessione di Coaching. 

L’immagine nella sua vastità di espressioni permette di rappresentare, e di conseguenza percepire, concetti in modo radicalmente diverso dalla parola scritta o parlata. Mentre parliamo del soggetto nascono nuove comprensioni intorno a quel tema. 

Come sempre, nel Coaching l’espressione ad alta voce permette di comprendere la realtà diversamente da semplicemente pensare in silenzio. Non soltanto pensiamo ed esternalizziamo ma proprio perché esternalizziamo possiamo ancorare in soggetti tangibili un processo. Tutto questo è fattibile in digitale come nelle sessioni in presenza.

LEGGI ANCHE L’ARTICOLO DI ANJA PUNTARI: La facilitazione visiva cosa può fare per noi?

Il Coraggio e la Calma

Se vi state chiedendo quali sono le altre due C che mi hanno accompagnato in questo viaggio di trasformazione da Coach amante dei materiali tangibili e incontri fisici a un Coach in digitale, sono CORAGGIO e CALMA. 

Il coraggio serve per tuffarsi in progetti e azioni di cui non conosciamo necessariamente l’esito. Le sessioni di Coaching diventano dei veri e propri spazi di sperimentazione dove sia il Coach che il Coachee si mettono in gioco e con coraggio provano cose mai fatte prima. Se l’intesa tra i due è buona, le sessioni possono essere un’incredibile esperienza di apprendimento per entrambi.

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Una sessione di Coaching in digitale eseguita con le carte flowknow® e post-it digitali

Con l’aiuto delle carte flowknow® ho potuto generare consapevolezza emotiva del sentito in atto dei miei Coachee. Con le carte abbiamo ampliato il loro vocabolario delle emozioni, abbiamo ideato strategie di trasformazione del sentito e abbiamo lavorato sull’effetto che le emozioni avevano nel loro contesto lavorativo. In queste situazioni di grande sfida riuscire a mappare il sentito emotivo delle persone all’interno di un’organizzazione diventa di grandissimo valore. Insieme alla mappatura visiva altrettanto importanti sono state le domande come: “che cosa senti in questo momento? Che cosa sentono i tuoi colleghi? Come vi fanno agire queste emozioni? Cosa potete fare per trasformare il sentito emotivo in qualcosa di costruttivo? Cosa puoi fare per coltivare il coraggio?” 

In ultimo la CALMA ci serve per gestire la dimensione emotiva così evidentemente tesa e messa a dura prova in questo 2020. Non soltanto ci siamo re-inventati noi Coach per gestire il nostro lavoro diversamente da prima, ma soprattutto abbiamo compreso che ci vuole molta calma per saper stare nella relazione con l’altro e ricevere l’ondata di emozioni che vivono i nostri Coachee. 

Il pericolo del contagio emotivo o di stancarsi in questa relazione di accompagnamento dell’altro è reale. Da sempre una delle competenze core del Business Coach è la gestione del sé. A maggior ragione, durante un periodo di forte incertezza in cui i nostri clienti sentono il forte bisogno di trovare nel Coach un punto di riferimento.

LEGGI ANCHE L’ARTICOLO DI CARLO BOIDI: Coach yourself first! La pratica riflessiva per l’autosviluppo professionale

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