Diventare Business, Corporate & Executive Coach con competenze riconosciute a livello internazionale. Sostenere il proprio sviluppo professionale, quello propri team e delle proprie organizzazioni per migliorare i risultati di business. Il programma per Senior Practitioner in Business Coaching offre questo e molto altro.
Lo raccontiamo modulo per modulo, guidati dai nostri Coach e docenti. In questo articolo parliamo del Modulo 4.
Il Senior Practitioner in Business Coaching è un percorso articolato in nove moduli, riconosciuto come EQA Senior Practitioner dal prestigioso ente EMCC – European Mentoring & Coaching Council, la più grande associazione europea del settore. A livello globale, esistono solo 24 corsi che vantano un riconoscimento di così alto livello, e in Italia l’unico programma con questa qualifica è offerto da SCOA.
Ma come funziona e perché rappresenta un’opportunità unica? Finora abbiamo approfondito:
– Il Modulo 1 con Francesco Solinas
– Il Modulo 2 con Deborah Bianchi
– Il Modulo 3 con Alberto Camuri.
Ora tocca al Modulo 4, con la docente Patrizia Bega.
Ciao, Patrizia. Cosa rappresenta il Modulo 4 nel percorso del Senior Practitioner?
Il Modulo 4 segna una transizione importante. Dopo aver esplorato il contesto lavorativo del Coachee nel Modulo 3, qui ci concentriamo sui comportamenti quotidiani. Partiamo dall’analisi delle competenze richieste dal ruolo per scendere più in profondità e osservare come il Coachee agisce nel suo ambiente lavorativo. Questo modulo, in particolare, è piuttosto intenso: affronta due dei sette passi fondamentali del nostro percorso di coaching e introduce un terzo passo, che viene poi sviluppato nel Modulo 5. Il nostro obiettivo è arrivare a una diagnosi condivisa che permetta al Coachee di identificare chiaramente le competenze e i comportamenti su cui lavorare.
Puoi raccontarci come si sviluppa il modulo?
Il Modulo 4 si svolge in due giornate molto dense. Durante queste sessioni, i partecipanti lavorano su tre strumenti principali:
- Behavioural Event Interview (BAE): Un’intervista che permette di esplorare episodi specifici della vita lavorativa del Coachee. A differenza del contesto di selezione, qui non c’è giudizio; il focus è sull’auto-osservazione. Questo strumento aiuta il Coachee a scattare una sorta di fotografia chiara dei propri comportamenti.
- Role Play: Spesso integrato alla BAE, consente al Coachee di rivivere episodi significativi e analizzare i propri comportamenti e le emozioni associate. Questo processo fornisce dati preziosi per definire le aree di sviluppo.
- In-basket: Uno strumento utilizzato per osservare il comportamento del Coachee in una situazione simulata. In questo caso, il Coachee affronta scenari complessi e autonomamente mette in campo strategie e comportamenti, che poi vengono analizzati durante la sessione.
Quali sono le principali criticità di questo modulo?
Ci sono due rischi principali. Il primo è dimenticare che il coaching non è una tecnica, ma una relazione. Anche se lavoriamo con strumenti strutturati, è fondamentale mantenere la connessione con il Coachee, evitando un approccio meccanicistico. Il secondo rischio è sottovalutare l’importanza del feedback. Il Coach deve restituire osservazioni in una chiave non giudicante, ma come un dono per il Coachee, favorendo la sua auto-consapevolezza. Infine, è cruciale mantenere chiara la responsabilità del processo: è il Coachee a decidere le aree su cui lavorare, mentre il Coach facilita il percorso.
Quale credi sia un momento cruciale del Modulo 4?
Uno dei momenti cruciali è sicuramente il passaggio dal passo 4 al passo 5, dove si introduce il disegno del percorso di sviluppo. Spesso questo passaggio viene sottovalutato, ma è essenziale per aiutare il Coachee a definire le competenze da allenare e i comportamenti specifici su cui lavorare. Questo momento rappresenta una base fondamentale per i moduli successivi e per il successo del percorso di coaching.
Una domanda più personale… Che rapporto hai con il Modulo 4?
All’inizio il Modulo 4 può sembrare complesso, perché tocca molti passaggi e strumenti, ma con il tempo ho imparato ad amarlo. Una delle attività che preferisco è l’Open Market, una sorta di riscaldamento in cui i partecipanti riflettono sulle proprie risorse. Questo esercizio li aiuta a comprendere che tutto ciò di cui hanno bisogno è già dentro di loro. Inoltre, il modulo offre una combinazione unica di riflessione e pratica, che trovo sempre molto arricchente sia per me che per i partecipanti.